SVIMEZ: al sud aumenta il lavoro ma…
È un rapporto a due facce quello sull’economia del Meridione presentato a novembre 2017 dalla Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria del Mezzogiorno.
Se da un lato infatti il lavoro aumenta, dall’altro le retribuzioni restano basse. Se è vero che il Sud è uscito dalla recessione e nel 2016 ha consolidato la ripresa, è vero anche che nelle regioni meridionali resta una forte emergenza sociale con 10 persone su 100 in condizioni di povertà assoluta, contro poco più di 6 nel Centro Nord.
Ecco cosa ci raccontano i dati raccolti nel rapporto SVIMEZ.
Il Mezzogiorno è uscito dalla lunga recessione e nel 2016 ha consolidato la ripresa. L’industria manifatturiera meridionale è cresciuta al Sud nel biennio di oltre il 7%, più del doppio del resto del Paese (3%); influiscono positivamente le politiche di sviluppo territoriale mentre restano le difficoltà delle imprese del Sud ad accedere agli strumenti di politica industriale nazionale. Ottima la performance soprattutto al Sud delle esportazioni nel biennio 2015-2016.
Le previsioni per il 2017 e il 2018 confermano che il Mezzogiorno è in grado di agganciare la ripresa, facendo segnare tassi di crescita di poco inferiori a quelli del Centro-Nord. Tuttavia la ripresa congiunturale è insufficiente ad affrontare le emergenze sociali. Il tasso di occupazione nel Mezzogiorno è ancora il più basso d’Europa (35% inferiore alla media UE), nonostante nei primi 8 mesi del 2017 siano stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell’ambito della misura “Occupazione Sud”. La povertà e le politiche di austerità deprimono i consumi. Il Sud è un’area non più giovane né tantomeno il serbatoio di nascite del Paese; il Governo nell’ultimo anno ha riavviato le politiche per il Sud.
La SVIMEZ parla di qualità del Lavoro al Sud: crescono gli occupati al Sud ma a basso reddito. Nelle regioni meridionali nel 2016 gli occupati sono infatti aumentati dell’1,7%, pari a 101 mila unità, ma rispetto al 2008 la perdita di occupazione è ancora pari a 381 mila unità. Nel 2016 l’occupazione giovanile meridionale è aumentata marginalmente, di sole 18 mila unità (+1,3%), la crescita maggiore continua a riguardare gli ultra cinquantenni, con oltre 109 mila unità, pari a +5,6%. Si rileva purtroppo un deciso incremento dei lavoratori a bassa retribuzione, conseguenza dell’occupazione di minore qualità e della riduzione d’orario.
L’aumento dei posti di lavoro al Sud riguarda in particolare l’agricoltura (+5,5%), l’industria (+2,4%) e il terziario (+1,8%). Nei primi 8 mesi del 2017 sono stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell’ambito della misura “Occupazione Sud”, grazie alla proroga delle misure per la decontribuzione dei nuovi assunti nel Mezzogiorno decise dal Governo.
Il quadro generale non brilla certo dei colori dell’arcobaleno: al sud la ripresa c’è, i posti di lavoro aumentano, l’economia cresce, gli interventi del governo ci sono ma…