Sud, se non basta un Ministero
Se ne discute oramai da qualche anno, ad intervalli regolari quando le cronache quotidiane tornano ad occuparsi della cosiddetta “Questione Meridionale“. Perché non dare vita ad un Ministero del Sud Italia?
Saranno le ferie che si avvicinano, anche per i nostri parlamentari, ed ecco che torna in auge la proposta: costruire un Dicastero dedicato al rilancio occupazionale e allo sviluppo imprenditoriale del Sud. L’idea (o la sua versione 2.0) parte dal premier Matteo Renzi, stuzzicato una pigra mattinata di mezza estate dalla lettera aperta inviata alla sua attenzione – tramite il quotidiano Repubblica – da Roberto Saviano: “Nonostante il tempo sia scaduto e la deindustrializzazione abbia del tutto desertificato l’economia e la cultura del lavoro del Mezzogiorno, Lei ha il dovere di agire. E ancora prima di ammettere che ad oggi nulla è stato fatto. Solo così potremo ritrovare la speranza che qualcosa possa essere davvero fatto”.
Detto-fatto. Ecco l’immediata convocazione di una direzione del Partito Democratico per discutere del tema del Mezzogiorno. Torna così all’improvviso di moda il Piano Marshall per le nostre regioni meridionali mentre Graziano Delrio, Ministro delle Infrastrutture, annuncia una “Grande Officina del Sud, fatta di buone pratiche per far ripartire il Mezzogiorno”.
Ma siamo sicuri che davvero sia sufficiente un Ministero del Sud per risolvere problemi annosi e strutturali? Abbiamo visto governi alternarsi, così come i proclami per innovazione e crescita nel Mezzogiorno. Poco o niente in verità è stato fatto e l’annuncio di questi giorni – che ci si riserverà di valutare punto su punto – non sembra aggiungere nulla di nuovo.
E basterebbe dare un’occhiata al rapporto Svimez 2015 per avere un’idea di tutto il tempo perso, di tutte le occasioni buttate. Nel Sud Italia una persona su tre è a rischio povertà: il 41,8% delle famiglie in Sicilia sono ai limiti dell’indigenza. Complessivamente, nelle regioni meridionali si registra una una progressiva “desertificazione industriale” con più dei 2/3 dei disoccupati al sud tra coloro che negli ultimi 7 anni hanno perso un posto di lavoro.
Combattere le mafie locali, abbassare il costo del lavoro e la tassazione sulle imprese, puntare su grandi opere rimangono gli obiettivi da perseguire, non solo al Sud ma per rilanciare l’occupazione su tutto il territorio nazionale.
Pensare ad una nuova Cassa del Mezzogiorno, invece, ci appare oggi una direzione poco saggia e terribilmente anacronistica. Basterebbe vedere cosa è successo, guardarsi indietro per poi poter guardare avanti. Davvero.