Senza lavoro, i giovani alle mafie
“Quando non si guadagna il pane si perde la dignità. Questo è un dramma del nostro tempo, specialmente per i giovani, i quali, senza lavoro, non hanno prospettive e possono diventare facile preda delle organizzazioni malavitose”. Sono le parole e il pensiero a firma di Papa Francesco, è il messaggio con cui si è aperto a febbraio il convegno ‘Chiesa e lavoro. Quale futuro per i giovani nel Sud?’.
La lettera del Pontefice, inviata ai vescovi delle conferenze episcopali di Sicilia, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria riuniti a Napoli per l’occasione, è l’occasione per questo Editoriale di SudLavoro.
Parole semplici, ma terribilmente vere e concrete quelle di Papa Francesco secondo cui “al centro della questione lavorativa va sempre posta la persona con la sua dignità, per questo una società che non offra alle nuove generazioni sufficienti opportunità di lavoro dignitoso non può dirsi giusta“.
Non può dirsi giusta, aggiungiamo noi, una società che rende possibile storie come quella di Michele: il grafico 30enne che ha deciso di togliersi la vita per la troppa precarietà. Un dramma capitato nel nord, ad Udine, un dramma comune a troppi ragazzi oggi delle province del Mezzogiorno.
“La mancanza di opportunità di lavoro è un dramma del nostro tempo – ha continuato il Santo Padre che auspica come – “le comunità ecclesiali, al fianco delle istituzioni, si adoperino con dedizione per cercare soluzioni adeguate alla piaga sempre più estesa della disoccupazione giovanile e del lavoro nero e al dramma dei tanti lavoratori sfruttati per avidità, a causa di una mentalità che guarda al denaro, ai benefici e ai profitti economici a scapito dell’uomo”.
Parole sì, da tenere a mente. Da trasformare in fatti.