Non è un Paese per giovani: al Sud più pensioni che stipendi
Nel Sud Italia si pagano più pensioni che stipendi, il dato arriva dal Centro Studi della Cgia di Mestre. Male il Meridione ma trend in tutto il Paese.
Settembre è da sempre un mese di ripresa, ma il nostro editoriale si concentra su uno studio dell’associazione degli Artigiani e delle Piccole imprese secondo cui l’Italia è sempre più vecchia e sempre più povera. L’allarme è di oggi: nel Mezzogiorno si pagano più pensioni che stipendi, ma anche per domani: nel giro di qualche anno il sorpasso è destinato a compiersi anche nel resto del Paese.
Dall’analisi del saldo tra il numero di occupati e le pensioni erogate nel 2022, la provincia più “squilibrata” d’Italia è Lecce: la differenza è pari a -97mila. Seguono Napoli con -92mila, Messina con -87mila, Reggio Calabria con -85mila e Palermo con -74mila. Va segnalato che l’elevato numero di assegni erogati nel Sud e nelle Isole non è ascrivibile alla eccessiva presenza delle pensioni di vecchiaia/anticipate, ma, invece, all’elevata diffusione dei trattamenti sociali o di inabilità.
A registrare un saldo comunque negativo ci sono, poi, a seguire altre province del Sud Italia dove il dato a favore delle pensioni è sempre superiore rispetto a quello degli stipendi: Cosenza (-73mila), Taranto (-77mila), Catania (-42mila), Foggia (-37mila), Agrigento (-33mila), Salerno (-32mila), Catanzaro (-30mila), Trapani (-28mila), Benevento (-26mila), Potenza (-25mila), Caltanissetta (-24mila), Crotone (-21mila), Vibo Valentia (-18mila), Bari (-18mila), Chieti (-15mila), L’Aquila (-15mila), Avellino (-14mila), Campobasso (-13mila), Siracusa (-13mila), Enna (-11mila), Caserta (-11mila), Brindisi (-10mila), Barletta-Andria-Trani (-7mila), Isernia (-7mila), Pescara (-2mila), Matera (-2mila), Teramo (-mille).