Men In Black

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Si chiama Economia Sommersa e l’alimentiamo tutti noi Men In Black. Quando non chiediamo una fattura se ci fa lo ‘sconticino’, quando “pago già troppe tasse, facciamo in contanti e non se parla più”.

È nello specifico l’Economia non osservata (somma della componente sommersa e di quella illegale) che secondo i dati Istat rappresenta il 13,5% del valore aggiunto italiano. Non si tratta di dati certi, non potrebbe essere altrimenti, ma di stime verosimili secondo cui sarebbe proprio il Sud Italia triste primatista.

L’incidenza nel Meridione arriva a toccare il 19,4% del complesso del valore aggiunto: decisamente più avanti rispetto al Centro (14,1%), staccata notevolmente da Nord-est (11,4%) e Nord-ovest (10,6%). Cosa cambiano poche percentuali? Cambiano tutto: perché l’Economia non osservata è un ciclone che travolge tutto. Meno entrate nel gettito fiscale vogliono dire meno investimenti, meno servizi per tutta la cittadinanza: sanità più scadente, strade dissestate, servizi di pulizia urbana meno frequenti, risorse per le forze dell’ordine ridotte.

Un caso su tutti di ‘lavoro nero o irregolare’? Il peso del sommerso dovuto all’impiego di input di lavoro irregolare è particolarmente elevato in Calabria (9,4% del valore aggiunto) e Campania (8,5%), le quote più contenute sono quelle osservate in Lombardia (3,7%) e Veneto (3,9%).

Proprio in Calabria altro triste record quello dell’economia sommersa che vale il 21,8% del valore aggiunto. Puglia e Molise presentano invece la quota più alta di rivalutazione del valore aggiunto sotto-dichiarato (rispettivamente 9,7% e 8,8%) mentre le quote più basse si registrano nella Province autonome di Bolzano (3%) e di Trento (3,7%).
Lo scriviamo, nella speranza che qualcosa possa cambiare. Nella speranza che ci sia chi dica ‘no’. Per il bene suo e di tutti quanti (sì, anche te che stai leggendo).