Lavoro e stipendi, nulla di nuovo: Nord batte Sud
Al Nord si guadagna meglio che al Sud. Non c’è da stupirsi, il dato è risaputo e viene ancora una volta confermato da uno studio OCSE che fornisce anche i dettagli sulla forbice in questione.
Si parte da un quadro generale che viene tutto il nostro paese penalizzato rispetto al resto del mondo: siamo infatti al 21esimo posto (su 34 nazioni considerate nello studio dell’Osservatorio Job Pricing) per quanto riguarda i salari medi annui, pari a 41.646 euro. Ai vertici ci sono Islanda, Lussemburgo e Stati Uniti. Siamo dietro però anche ai nostri vicini Austria, Germania e Francia.
Tornando a noi, cosa cambia tra Nord e Sud Italia? Per uno stesso impiego la forbice tra le retribuzioni medie annue è di circa 3.700 euro. Tanti soldi, con una differenza che aumenta se si considera il distacco tra le singole regioni: la RAL mediamente più alta è in Lombardia (33.055 euro) mentre agli ultimi posti si segnalano le nostre Basilicata (26.239 euro), Calabria (27.074 euro) e Molise (27.643 euro).
La posizione geografica nel nostro Paese è un fattore rilevante che incide sul calcolo complessivo di uno stipendio medio lordo dei lavoratori dipendenti nel settore privato in ogni ruolo specifico. Per darvi un’idea al Nord la media è di 104.947 € per i Dirigenti, 57.393 € per i Quadri, 33.410 € per gli Impiegati e 26.557 € per gli Operai. Al Sud stime decisamente più basse per ciascun profilo di inserimento professionale: 101.021 € per i Dirigenti, 52.775 € per i Quadri, 30.743 € per gli Impiegati e 25.490 € per gli Operai.
Nulla di nuovo sotto il sole, ma qualcosa su cui è sempre bene tornare per ribadire una disparità fuori da ogni logica, ora che il costo della vita aumenta ovunque. Lo facciamo con il nostro Editoriale, noi continueremo a farlo sempre.