Dall’Europa al Sud, treno da non perdere

Dall’Europa al Sud, treno da non perdere

Si sono concluse da poco le votazioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Ne parliamo in questo nostro Editoriale di Giugno di SudLavoro perché appare ancora difficile in Italia superare un retaggio culturale che vede le Elezioni Europee distanti dagli interessi nostrani.

Invece il nesso c’è ed è forte: proprio le politiche continentali si rivelano centrali per contribuire allo sviluppo del Sud Italia. Come? Con la frase magica dei Fondi Europei.

Secondo l’analisi Svimez le risorse ferme sul Fondo Sviluppo e Coesione rappresentano un pezzo della mancata crescita del Mezzogiorno. Di solito logica vuole che mancando i soldi non si possa far nulla, il paradosso invece in questi casi è che i soldi ci sono ma non vengono spesi. E non si parla di cifre irrisorie, proprio secondo Svimez sono oltre 20 miliardi di euro i fondi che non riescono a essere spesi.

Non tutto viene perso certo, e in passato l’Europa ha contributo ad aumentare i nostri tassi di crescita.
Un recente studio del Laboratorio Mezzogiorno della Luiss con Invitalia ha mostrato come i Fondi strutturali abbiano avuto al Sud un impatto positivo. Nonostante le regioni italiane abbiano una dotazione di capitale umano e una quota di investimenti in capitale fisso basse rispetto alla media europea, i fondi strutturali hanno determinato una crescita aggiuntiva della produttività dello 0,2% all’anno, che, se si guarda soltanto alle regioni meridionali sale allo 0,46%.

L’utilizzo dei fondi strutturali europei ha permesso la realizzazione di interventi importanti, tra cui: l’intervento per la circonvallazione di Palermo; il risanamento idrogeologico in provincia di Teramo, rimboschimento e interventi di prevenzione incendi in diversi Comuni; la manutenzione straordinaria di alcune scuole in Sardegna. E molti altri ancora.

Alla luce di tutto ciò il rammarico aumenta. C’è quindi ancora molto da fare per sfruttare le potenzialità che il ponte con l’Europa può dare al nostro Sud. Ad oggi più che la soddisfazione per quanto fatto c’è l’amaro in bocca delle occasioni mancate. Lo sprone è allora quello ad impegnarsi per non perdere un altro treno che potrebbe essere l’ultimo decidendo di cambiare destinazione se non trova stazioni ad accoglierlo.