Covid e occupazione, quel lavoro scomparso
Una crisi annunciata, vissuta e soltanto certificata dagli ultimi dati Istat: quella del rapporto tra Covid e occupazione. L’Istituto nazionale di statistica registra nel 2020 un calo dell’occupazione “senza precedenti”. Sono ben 456mila i posti di lavoro persi. Il calo dell’occupazione coinvolge soprattutto i dipendenti a termine (-391 mila, -12,8%) e, in minor misura, gli indipendenti (-154 mila, -2,9%);
Sono i dati che emergono dall’ultimo report Istat relativo al quarto trimestre dell’anno appena trascorso che dimostra anche un aumento degli inattivi di 15-64 anni (+567 mila, +4,3%): nel dettaglio al Sud le città sul podio del triste primato sono Napoli, Palermo e Catania. Il tasso di occupazione a livello nazionale, invece, scende al 58,1% (-1,0 punti percentuali rispetto al 2019).
I dati diffusi relativi alle dinamiche del mercato del lavoro nel quarto trimestre 2020 risentono inevitabilmente dalle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Il calo ha riguardato in maggior misura le donne (- 249mila) rispetto agli uomini (- 207mila) e si è concentrato prevalentemente nelle regione del Sud.
Per quel che riguarda le categorie professionali, i cali più forti riguardano le professioni artistiche e di intrattenimento (- 16% rispetto all’anno prima) seguite da quelle nel turismo e ristorazione (- 15%).
Nulla di nuovo sul fronte, rispetto a quanto era prevedibile. E certamente anche per l’inizio del 2021 bisognerà quindi convivere con una situazione drammatica che rischierà di accentuarsi con il prossimo sblocco dei licenziamenti e quali la cassa integrazione in deroga non troverà più applicazione. Inevitabile vedere nel Recovery Plan e nell’utilizzo che se ne farà un’ancora di salvezza per garantire il prossimo rilancio dell’occupazione.