Concorsone Sud, così è se vi pare
Aperture sulle maggiori (!) testate online e titoloni sui quotidiani: “il flop del Concorsone Sud”. Abbiamo letto in lungo e largo nei giorni scorsi sul presunto fallimento del maxi-bando per 2.800 Tecnici. A far notizia, secondo loro, l’elevatissimo tasso di assenteismo alle prime prove di selezione.
Dei 8.582 candidati convocati dopo la valutazione dei titoli (a fronte di oltre 80mila domande, questa la vera selezione), il tasso di partecipazione si è aggirato intorno ad una media del 65%: cifre vergognose, allucinanti, velato sintomo della voglia di non lavorare al Sud. Abbiamo letto questo o qualcosa di molto simile, con allusioni a volte nemmeno troppo difficili da scovare.
Ebbene, basterebbe aver partecipato ad un concorso pubblico nella propria vita o seguire ciò che succede in tutte le principali selezioni della Pubblica Amministrazione per fare un confronto, nemmeno troppo complicato. Così accade che, dando un’occhiata a tutti i più recenti maxi-bandi indette dalle Amministrazioni, il rapporto tra candidati e partecipanti alle prove sia decisamente inferiore ai numeri del Concorsone Sud.
Se c’è chi grida allo scandalo per il picco negativo del 50% di assenti in Puglia sarebbe sufficiente constatare come in grandi concorsi, anche recenti, non è raro constatare la presenza di un terzo degli iscritti alle prove.
Eppure dire che il Concorsone Sud è stato un flop fa più notizia. Sgombrando il campo da qualsiasi connotazione o valutazione politica (una dimensione avulsa dal contesto in cui la nostra testata desidera entrare), sarebbe inoltre il caso di contestualizzare il perché di una partecipazione magari inferiore alle attese: requisiti forse eccessivamente ”elevati” che hanno scoraggiato il “volersela giocare”, presenza di professionalità già occupate, modalità di inserimento a tempo e non con inquadramento indeterminato.
Da parte nostra ben vengano altre selezioni come il Concorsone per 2.800 Tecnici, anche per profili più operativi offrendo opportunità concrete di lavoro nel Mezzogiorno: utilizzando un patrimonio ricchissimo di eccellenze che aspettano solo un’occasione.
Il flop, vero, sarebbe non scommetterci.