Sud, imprese e lavoro: ecco la fiscalità di vantaggio
Novità per il lavoro al Sud. Il 1° ottobre 2020 è entrato in vigore il cosiddetto bonus Sud previsto dal decreto Agosto, una fiscalità di vantaggio per le imprese che hanno la propria sede legale nelle regioni del Meridione. In sostanza, fino al 31 dicembre 2020, i datori di lavoro del sud hanno uno sgravio del 30% sui contributi previdenziali.
Non è una cosa da poco. Tradotto significa un risparmio per le aziende di circa un terzo sul pagamento dei contributi per i propri dipendenti, sia per i vecchi che per i nuovi assunti.
Per l’anno in corso, la SVIMEZ segnala un calo dell’occupazione al sud di circa il 6%, a fronte del 3,5% al Centro-Nord. Per questo il Governo ha deciso di supportare la domanda di lavoro nelle regioni meridionali tagliando il costo del lavoro.
“Il taglio dei contributi a carico dei datori di lavoro inserito nel DL Agosto – spiega il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale – sosterrà al Sud la domanda di lavoro delle imprese, senza erodere il potere d’acquisto delle famiglie e le prospettive reddituali dei più giovani. La fiscalità di vantaggio per il lavoro, oltre all’effetto diretto di rilancio della domanda di lavoro e di incremento della competitività del Mezzogiorno, consentirà altri due principali effetti indiretti: contrastare il lavoro nero favorendo l’emersione e intercettare il fenomeno del back-reshoring fornendo un rilevante vantaggio competitivo alle attività produttive che con la pandemia rivedono le proprie scelte localizzative, che in passato le avevano portate fuori dall’Italia. Questo intervento costituisce parte di una strategia complessiva di sviluppo del Mezzogiorno, che prevede un’azione di rilancio degli investimenti pubblici e privati, facendo leva sull’attuazione del Piano Sud, oggi parte integrante del Piano Nazionale di Riforma.
“È una misura straordinaria per una situazione straordinaria – le parole del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano – Da un lato serve a tamponare il rischio di collasso occupazionale per questi mesi, dall’altro a moltiplicare l’impatto occupazionale degli investimenti dall’anno prossimo per evitare una crescita senza occupazione”.
Servirà per nuove assunzioni e per evitare licenziamenti e mancati rinnovi dei contratti?