Ricerca lavoro? C’è Don Raffaè
“A proposito tengo ‘no frate
che da quindici anni sta disoccupato
chill’ha fatto cinquanta concorsi
novanta domande e duecento ricorsi
voi che date conforto e lavoro
Eminenza vi bacio v’imploro
chillo duorme co’ mamma e co’ me
che crema d’Arabia ch’è chisto cafè”.
Ci sono notizie che, per chi fa un lavoro come il nostro, sono più ‘notizie‘ delle altre. Ci sono numeri e statistiche che conosciamo bene, inutile negarlo, ma quando ci tornano sotto gli occhi fanno male come un pugno nello stomaco.
La fonte per l’Editoriale di Giugno è l’Eurostat che snocciola i dati sulla ricerca del lavoro nel 2016. In Italia la percentuale record di chi si affida ad amici e parenti per trovare un’occupazione è del 84,4% in linea con il dato dell’anno precedente (84,8%).
Il confronto con la media europea è impietoso (ferma al 70,7%) e più che doppia rispetto a quella tedesca (40,4%).
Rifiutiamo e detestiamo i luoghi comuni, ma il nostro Paese continua ad essere quello della ‘raccomandazione‘, magari declinata nella sua versione più elegante (salva rimorsi di coscienza) della ‘segnalazione‘: “Ho un mio amico bravo disoccupato ma che sarebbe perfetto per quel ruolo, in fondo che male c’è a metterlo dentro? Se l’è meritato“.
Solo il 25,6% dei nostri connazionali sceglie di rivolgersi ad un centro pubblico per l’impiego: dato che dovrebbe far riflettere sull’utilità delle strutture in questione.
Per chi non ha ‘santi in paradiso’ la ricerca su riviste e testate giornalistiche rimane, invece, uno dei canali privilegiati: quasi due terzi degli italiani cercano impiego dagli annunci sui giornali (il 64,5%) motivo per cui SudLavoro.it ogni giorno cerca di aiutarvi nel segnalare le opportunità di impiego a disposizione nel Mezzogiorno.
Noi continueremo ad esserci, pochi amici ma molto onore.