Quanto lavoro per gli italiani? La fotografia dell’Inps

Quanto lavoro per gli italiani? La fotografia dell’Inps

Il mercato del lavoro viene analizzato dal rapporto annuale dell’Inps che traccia un quadro della situazione occupazionale in Italia al giorno d’oggi.

Quante sono le persone che in Italia hanno un lavoro? A questa domanda risponde l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che segnala come nel 2023 siano stati 26,6 milioni le persone occupate.

Attenzione, però. Per lavoratori l’Istituto identifica tutti coloro che, durante l’anno precedente, possono aver contato su almeno una settimana di contributi. Una settimana, appunto, difficile per mangiarci tutto l’anno, e quindi un parametro da considerare con le molle. In ogni caso a trainare il numero record di occupati è stato il lavoro dipendente per cui si è registrato un forte aumento: i lavoratori dipendenti hanno raggiunto i 21,8 milioni (1,2 milioni in più rispetto al 2019).
A crescere è anche l’intensità occupazionale, misurata dal numero medio di settimane lavorate: nel 2023 sono state lavorate in media 43,1 settimane, tre in più rispetto all’anno precedente.
E come stanno i giovani? Di particolare interesse l’incremento che riguarda gli under 35, che nel 2023 hanno raggiunto quasi i 7 milioni di lavoratori, rispetto ai 6,4 milioni del 2019. Proprio per i giovani, segnala l’Inps, in Italia ci sono 10,4 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni, quelli che lavorano sono circa 7 milioni, di questi l’80% presenta contributi stabili nell’ultimo quinquennio, coprendo mediamente circa l’80% dell’intero periodo. Sul fenomeno dei neet, concentrati nel Sud Italia, noi di SudLavoro.it siamo tristemente a conoscenza, tema affrontato spesso nei nostri Editoriali.

Tornando al documento Inps, di contro una lenta riduzione di occupati ha riguardato il lavoro autonomo: il numero degli artigiani e commercianti iscritti continua a calare, così come quello dei lavoratori autonomi del settore agricolo. In particolare, la quota dei giovani artigiani è scesa ulteriormente toccando, nel 2023, il 4%. “Questo fenomeno – si legge nel Rapporto – indica che l’Italia sta perdendo competenze e professionalità in un settore che ha contribuito significativamente alla creazione del Made in Italy. Il sistema formativo dei giovani dovrebbe evidenziare le opportunità che il lavoro autonomo classico può offrire, soprattutto in termini di conservazione del patrimonio di conoscenze che caratterizza questo settore nel nostro Paese”.